Una gran parte del guadagno dei giocatori professionisti viene direttamente dal rakeback. Molti player talvolta arrivano addirittura a raddoppiare il proprio bankroll grazie ai punti e alle offerte sempre più vantaggiose delle room di poker.
Se da dodici mesi a questa parte è diventato piuttosto facile fare rake con il cash game, fino all’anno scorso i sit&go erano la via più breve per accumulare punti. Essendo questi calcolati in base al buy in, i sit&go 6-handed e gli heads up garantivano partite brevi e lo stesso rake di un torneo da mille giocatori.
Oggi invece tutti i pro si danno al cash: ecco che quindi i sit diventano un terreno di caccia prelibato, dove è più facile trovare giocatori normali e non regular del livello.
La strategia ideale per affrontare un sit 6-Handed quindi è cambiata molto nell’ultimo anno.
Innanzitutto definiamo il gioco: Sit&Go 6-Handed Turbo (a seconda delle piattaforme i livelli variano dai 4 ai 5 minuti) dal buy-in medio (5€ circa).
Lo studio del tavolo in un sit è fondamentale: a differenza dei tornei e del cash, non arriverà nessun nuovo giocatore a partita in corso. E’ importante farsi un’idea approssimativa degli avversari; i primi livelli quindi vanno giocati nell’ottica di chiudere punti importanti senza spendere troppe chips.
Rubare i bui, un’azione fondamentale nei Sit, per ora non ha senso, visto che incide in maniera molto marginale sullo stack. Chiudere un punto invece può essere molto importante, visto che nei tavoli con sei persone i giocatori sono tendenzialmente più loose e più disposti a pagare eventuali monster hand.
All’inizio quindi rilancerete solo con le mani migliori. La situazione ideale si delinea quando il piatto si gioca in heads up; per il discorso fatto precedentemente, nei sit&go attuali si trovano molti donk e giocatori novelli.
Il principale difetto di questi player è il fatto di essere calling station: fanno call con molte carte, non potrebbero mai passare una mano come Q-3 suited! Ecco perchè il rilancio preflop, in posizione e con una buona mano, deve essere molto pesante.
Esempio: ci sono ancora 6 giocatori (stack 1.500 ciascuno) e i bui sono 15/30. Spillate A K suited di bottone e un giocatore ha già fatto call. Il raise deve essere pari almeno a 150, ovvero 4 grandi bui più 1 (il giocatore che ha chiamato).
Il flop è K 7 6 : la size corretta della vostra puntata ora è 345, il piatto, perchè nei sit non esiste lo slowplay. In caso l’avversario vada in all-in non disdegnate il fold; doppie coppie e set sono dietro l’angolo e c’è ancora tempo per recuperare le chips perse.
In un Sit il valore intrinseco di una chip è molto superiore al valore della stessa in un torneo. Ecco perchè, nonostante non sia semplice, fare una value-bet al river spesso può risultare decisivo.
Esempio: con bui 20/40 e stack in average (1.800, cinque giocatori) vi trovate in middle position con 9 9 e puntate 160. Solo il grande buio fa call e il flop è J 7 8: il grande buio fa check, voi puntate 200 e lui fa call. Turn 2. Avversario fa check, voi lo seguite. River 3: avversario fa ancora check e voi vi trovate con una second pair e nessun progetto apparente chiuso. Se in un torneo la scelta corretto sarebbe quella del check, nel caso l’avversario abbia nascosto qualcosa di grosso o si sia messo in check-call con una top pair debole, in questo caso possiamo pensare a una value-bet, soprattutto se siamo di fronte a un giocatore calling station. Puntare 350 potrebbe essere una buona size; siamo pronti a passare in caso di rilancio e l’avversario chiamerebbe con molte mani come 8-x.
La value-bet al river dipende anche dall’immagine che gli avversari hanno di voi. In generale, in un sit è preferibile avere un’immagine chiusa. Nei tornei lunghi avere un’immagine loose più essere conveniente: gli avversari tendono sempre a sottovalutarvi e quindi a pagare di più i vostri punti (Dario Minieri docet).
Nei Sit&Go invece, visto che si giocano meno mani e che i punti chiusi saranno pochi, è utile avere un’immagine di giocatore solido: in questo modo, quando i bui saliranno, sarete più rispettati e sarà più semplice rubare i piatti.
Al fine di apparire giocatori chiusi non disdegnate di mostrare un punto al momento di fare fold. Di solito è sconsigliabile mostrare le proprie carte quando si lascia un piatto; in questo caso però mostrare può essere conveniente.
Per natura umana i giocatori tendono a classificare gli avversari in base al primo impatto, quindi secondo la tenuta di gioco nei primi livelli; non importa quanti bluff farete poi, nelle loro teste rimarrà impressa quella volta che avete passato una top pair debole.
Poi ovviamente, l’approccio alla partita va modificato a seconda degli avversari. Se troviamo un tavolo piuttosto chiuso possiamo aprire il range di mani e iniziare a rubare i bui con anticipo sulla tabella di marcia. In un siti 6-handed di PokerStars si parte con 1.500 chips e i livelli si alzano ogni 5 minuti. Se il tavolo è tight, possiamo iniziare a rilanciare, in posizione e con un range di mani abbastanza ampio, già dal terzo livello (25/50).
Nei sit spesso i giocatori chiusi tendono a limitarsi a due azioni: all-in o fold. Questo semplifica molto il gioco e permette di adattarsi in maniera ideale ai comportamenti avversari.
Altre volte al contrario, ci sono tavoli in cui i giocatori pensano di dover fare subito tante fiches. Il risultato sarà che già dopo un paio di livelli ci si troverà a giocare in quattro, con una conseguenza evidente: uno (o due) giocatori saranno molto più lunghi degli altri.
Essendo molto aggressivi questi giocatori inizieranno a bullare il tavolo, senza paura di giocarsi lo stack con carte mediocri. In questi casi c’è solo da aspettare (finchè i bui lo permettono): questi giocatori sono decisi a regalare le loro chips, bisogna solo aspettare una mano decente e non aver paura di mandare l’allin.
Nei sit le singole decisioni hanno un impatto decisivo sull’esito del gioco, ecco perchè diventa fondamentale scegliere gli spot corretti; non è facile decidere di chiamare un all in con K-10 offsuited ma a volte, considerando l’avversario, può rivelarsi la scelta corretta.
E’ opportuno in quattro giocatori non scendere mai sotto la soglia delle 1.000 chips, altrimenti i double-up necessari per tornare ad essere competitivi diventerebbero due.
L’ipotesi migliore è subito il double-up. Fortunatamente a volte capiterà anche un cooler favorevole e ci si troverà ad affrontare il sit con uno stack doppio.
Il primo accorgimento da fare è mentale: non avete vinto un bel nulla, via il sorrisino dalla faccia che ci sono ancora cinque giocatori al tavolo. Il fatto di avere molte chips non vuol dire poterle sprecare; aggredire il tavolo in maniera loose non paga, soprattutto nei primi livelli.
Nonostante uno stack doppio la strategia non deve cambiare e l’approccio tight-aggressive resta quello più idoneo. Adesso l’obiettivo è mantenere il vantaggio sugli altri; sfruttando la struttura dei sit turbo presto i livelli saliranno e gli avversari saranno costretti ad andare in allin con mani mediocri.
Rimasti in tre il gioco cambia ancora. Non c’è il tempo di pensare al fold precedente che è già arrivato il nuovo buio. Se gli altri due giocatori sono più lunghi, e non sono dei donk, probabilmente tra di loro scatterà un “gentlemen’s agreement” per eliminare il più corto e giocare l’heads up già sicuri di essere a premio.
Ecco che quindi, in una situazione con 6-8 big blind, è corretto andare in allin anche con mani relativamente deboli. Da bottone si deve mandare con mani superiori a Q 10 e con tutte le coppiette; da small blind (dopo il fold del bottone) potrebbe essere corretto andare allin anche con K carta alta.
Attendere carte migliori non è un’opzione praticabile perchè ogni tre livelli si paga un grande buio e i livelli salgono a tempo di record; nemmeno fare call è un’azione praticabile, cancellate quel tasto dal vostro PC.
Se siete uno dei due giocatori lunghi potete sfruttare quest’arma a vostro favore. Il giocatore “corto” manderà spesso; bisogna riuscire a trovare il giusto spot per chiamare, altrimenti si corre il rischio di rimetterlo in gioco.
Nei casi in cui il giocatore corto passi, arriva il momento di spingere sull’acceleratore, per due motivi: primo, bisogna sempre puntare al primo posto ( che di solito porta un premio di circa 2 buy in, mentre il secondo premio è di circa 2 buy in). Secondo, se l’altro giocatore “lungo” è tight ( e dopo tutto il sit ormai dovreste averlo capito), psicologicamente sarà molto debole: non vorrebbe mai uscire terzo quando c’è un player molto più corto di lui.
Fare chips in questa situazione diventa fondamentale perchè vi porterebbe all’heads up in una situazione di chiaro vantaggio.
Ultima situazione in cui potreste incappare nella bolla: ognuno dei giocatori ha fatto un double up, siete tutti più o meno pari. Dopo poche mani si definiranno subito le gerarchie: se uno dei tre è più aggressivo degli altri sarà evidente.
Al di là delle mani legittime, sopravviverà chi riuscirà a rubare più bui. Come scrisse un esperto del forum TwoPlusTwo, Scott Fischman, i sit&go sono un po’ come “il gioco del pollo”: “ Io guido verso di te e tu guidi verso di me, il primo che sterza ha perso. Se ci scontriamo moriamo entrambi. Non fate questo gioco contro qualcuno che non capisce che scontrandosi con voi può morire”.
Insomma, bisogna spingere, ma anche sapersi fermare un attimo prima del raise di non ritorno.
In moltissimi sit arriverete all’heads up finale con la struttura collassata. Sia voi che il vostro avversario, a prescindere dallo stack, sarete dipendenti dai bui. Quando si gioca “testa a testa” la parola d’ordine dev’essere “aggressività”.
Questo perchè, quando si gioca in due, il range di mani si apre moltissimo. La mano media è J-7 off; da J-8 in su statisticamente vincerete più di un piatto su due. Questo vuol dire che dovete andare in allin con ogni mano A-x, K-x, da Q-9 in su e con tutte le coppie. Sono da evitare invece i suited connectors bassi.
Queste carte, che giocano benissimo in piatti multiway, perdono il loro valore in heads up: contro due carte superiori, offsuited e non legate, non raggiungono nemmeno il 40%.
Quando il vostro stack corrisponde a circa il 75% delle chips in gioco è bene cercare di essere ancora più aggressivi: se riuscite a rubare anche solo tre- quattro bui consecutivi lo stack del vostro avversario si ridurrà a tal punto che anche un allin perso non comprometterebbe la partita.
Anche in questo caso conta molto il tipo di giocatore che avete di fronte, ma con una precisazione: molti giocatori, arrivati secondo e magari leggermente corti, si considerano arrivati perchè a premio e mandano allin con mani mediocri. Non restate ancorati all’idea che vi siete fatti durante tutto il sit e siate pronti a chiamare con carte che di solito scartereste al volo.
Nel caso in cui partite in svantaggio, c’è poco da fare: se il vostro stack si aggira sui 3-4 grandi bui dovete mandare praticamente con ogni due carte, evitando solamente le trash hand. Valutate invece quando chiamare l’allin dell’avversario: a volte è necessario fare call anche con 10 carta alta.
Se il vostro stack è un po’ più ingente, sui 7-8 grandi bui, potete essere un po’ più selettivi e valutare di andare in allin per rubare i bui; in ogni caso è consigliabile andare in allin con qualsiasi mano da Q-x in su.